“Je mangerai des pierres s’il le faut,mais je fonderais des chanoines reguliers”

 

Dom Adrien Grea

 

 

(Se necessario mangerò delle pietre ma fonderò i Canonici Regolari)

 

 

 

8 Settembre 1871;Anniversario della Fondazione definitiva della Congregazione dei Canoni Regolari dell'Immacolta Concezione con i primi voti di Dom Grea e dei primi discepoli nelle mani di Mons. Nogret che approva le loro regole


 

Sommario Cronologico di Dom.Marie-Etienne-Adrien Grèa.Fondatore dei Canonici Regolari dell’Immacolata Concezione(tratto da documenti inediti di Dom Harduin du Parc 1879-1976)

 

 

Nato a Lons-Le Saunier il 18 Febbraio 1828

 

 

Prende la sua licenza in diritto civile,nel 1847

 

 

Risulta primo de l’Ecole de Chartes,l’8 aprile 1850

 

 

Ordinato sacerdote a Roma,il 20 settembre 1856

 

 

Edmond Monnier,suo zio,aveva inaugurato una cappella dedicata all’ Immacolata Concezione,nella fonderia di Baudin(Jura) il 1 ottobre 1854

 

 

Adrien Grea diviene assistente di Baudin 1856-1862 e vi fonda una scuola (Maitrise) in uno stile liturgico.

 

 

Vicario Generale 1863-1880

 

 

Trasferimento dalla Maitrise a St Claude nel 1865

 

 

Fa i voti privati con i suoi primi discepoli 1866

 

 

 

Pio IX accorda una benedizione autografa al progetto di restaurazione dei Canonici regolari,20 luglio 1870

 

 

Primi voti semplici nelle mani di Mons Nogret,la prima approvazione della Congregazione nella forma di Istituto Diocesano 8 settembre 1871

 

 

 

 

Decreto di Lode “Pluribus adhuc”8 aprile 1876

 

 

 

 

 

 

Fondazione dell’Abbazia di Sant’Antonio 30 settembre 1896

 

 

 

Passaggio dell’autorità al Reverendo Padre Delaroche,con i decreti del 26 gennaio e del 6 maggio 1907

 

 

 

Approvazione delle Costituzioni ad septen 10 ottobre 1908

 

 

 

Approvazione delle Costituzioni in perpetuum 11 febbraio 1913

Breve pontificio 11 febbraio 1913

 

 

 

Santa morte di Dom Adriano Grea 23 febbraio 1917 

 

Le parole chiave di Dom Adrien...

 

 

 

 

 

Liturgia

 

 

 

"Dio loda e canta in se stesso,nel segreto della sua vita,un inno eterno,che non è altro se non l'espressione stessa delle sue perfezioni nel suo Verbo e il soffio del suo amore.Quando nella sua sapienza e bontà ha creato l'universo,egli ha donato come un eco a questo cantico eterno"

 

 

 

 

 

 

 

La preghiera liturgica è il migliore omaggio che possiamo offrire a Dio. I canonici e i monaci facevano riecheggiare in ogni ora del giorno e della notte il canto dei salmi..."

 

 

 

 

 

 

 

Obbedienza

 

Non è altra cosa che l'esercizio della fede;colui che obbedisce fa un atto di fede;l'obbedienza non è nient'altro che la fede messa in atto"

 

 

 

 

 

Eucarestia

 

"Il centro di tutti i sacramenti è il sacrificio di Gesù Cristo perpetuato nella santa eucarestia:l'eucarestia è il sacramento per eccellenza,e lei ne porta per eccellenza il nome nel linguaggio del popolo cristiano;tutto si rapporta a lei"

 

 

 

 

 

Penitenza

 

"Noi digiuniamo per la Chiesa,noi rappresentiamo la Chiesa,la nostra penitenza è quella della Chiesa...nessun santo ha potuto realizzare una parrocchia senza la penitenza"

 

 

 

 

 Amore!

 

 

" Noi dobbiamo amarci come i santi si amano nel cielo;noi dobbiamo avere gli uni per gli altri l'amore stesso che abbiamo per Gesù Cristo, poichè egli è in ciascuno di noi.La Carità che ci unisce deve essere la stessa che unisce il Padre e il Figlio,cioè lo Spirito Santo.L'affetto che ci unisce è lo Spirito Santo che è stato sparso nelle nostre anime"


 Riportiamo di seguito alcuni estratti tradotti  dal testo ”Dom Grea”  di  Mgr Felix Vernet (Labergerie 1828-1917)  il quale ci fa conoscere la figura di Dom Grea attraverso una deliziosa descrizione della sua personalità  nelle sue virtù e difetti ,nella sua spiritualità  facendoci sentire  vicino a questo personaggio che “emanava un profumo di santità"

 

 

 

Dom Adriano Grea

 

Tutti coloro che hanno conosciuto Dom Grea sono d’accordo nel riconoscere che possedeva uno charme a dir poco raro per una persona comune. Lo charme  si manifestava  in una buona grazia,buon umore,carità,semplicità, espansività gioiosa, in un ottimismo sorridente e generoso.

Un testimone scriveva”La vita è affascinante accanto ai canonici regolari di Saint Claude.Era Dom Grea che la rendeva affascinante .Lui affascinava i bambini,i piccoli della scuola apostolica,seminario fecondo dei suoi futuri canonici. Affascinava i novizi dei quali era maestro e formatore e affascinava i suoi collaboratori..”

Riusciva a essere amabile in particolare con i bambini. Al riguardo un suo amico intimo Henry Jibez ci riporta:”Bisognava vedere come lo circondavano!Dom Grea non si perdeva i loro racconti graziosi e divertenti. Ma l’ultima frase  era sempre dedicata a esortarli a donare il loro cuore al buon Dio.”

Dom Chautard lo raffigura così” Avvicinava i bambini nella strada,raccontava storie per farli ridere,li istruiva dolcemente,li formava e li faceva pregare”.E naturalmente la sua predilezione si rivolgeva ai suoi  ragazzi,i piccoli frati di Saint Claude,Sant Antoine o d’Andora.”

Trattava sempre i bambini con grande rispetto e paternità familiare.

 

Ecco al riguardo alcune parole  di  Dom Grea (4 Giugno 1894)

 

“Ai miei figli così cari che servono Dio nel convento di Sant Antonio.Io prego con l’affetto il più tenero del mio cuore,nostro Dio e Signore che vi ama,affinché tutto sia per voi prospero. Una sola cosa,una cosa è necessaria ed è richiesta a voi figli miei,che voi amiate Gesù che vi ama tanto. A questo dedicatevi completamente…

…Sopratutto preservate i vostri cuori dai peccati..

…Proteggete e accrescete in voi l’umiltà,l’obbedienza,l’amore fraterno,l’osservanza regolare del silenzio e della serietà religiosa..!

..”Che giorno felice  per me e per gli angeli di Dio quando di nuovo vi abbraccerò,..

..quando  mi sarà donato di benedirvi di viva voce con la mia tenerezza paterna”.

 

 

 Dom Grea aveva  un dono di spirito e di cuore. Era conosciuto per far rilassare la gente seria e mettersi alla portata dei più piccoli.

 

 

Aveva un grande cuore e dispensava  tanto amore per la sua famiglia religiosa,lo stesso amore che aveva nutrito per sua madre. Al riguardo  disse”Mia madre fu per me come Santa Monica..lei è stata per la nostra congregazione quello che Santa Monica è stata per Sant’Agostino”.Il costante pensiero nel suo cuore per la sua famiglia religiosa lo esprimono anche le sue stesse  parole che in varie occasioni gli rivolgeva. Ad esempio scrivendo alla sua giovane comunità di Saint Claude del suo arrivo a Roma per assistere al Concilio Vaticano” Vi voglio esprimere quanto vi penso..

…E il mio cuore vi porta in tutti i bei luoghi dove vado a pregare”

 

 

 

 

 

 

Le virtù religiose

 

 

 ” Charme naturale,di spirito e di cuore,tutto fu coronato in Dom Grea dalle virtù religiose che si impongono ai canonici regolari.

Lui incarnò nella sua persona la nozione stessa dei canonici regolari,quella che aveva recepito attraverso i testi del medioevo.Sopratutto riprese due obblighi fondamentali:la preghiera e la penitenza.

Un anziano servo dell’abbate Bouvet al quale gli parlarono di Dom Grea  e della sua visita a Marignasur-Valouse per la consacrazione della Chiesa disse”Si mi ricordo,lui era un uomo che pregava tutto il tempo”.

Il canonico regolare,non metteva niente al di sopra della preghiera liturgica;messa e officio divino.

Nel 1895,Dom Grea fu di passaggio al grande seminario dei Romani.

Dom Casimir ci racconta un fatto:”Nel 1895,Dom Grea fu di passaggio al grande seminario dei Romani.L’accolito che gli servì la messa venne da noi tutto felice per dirci-”Ho servito la messa a un Padre che si chiama Dom Grea.Lui celebra come un santo.Questo sì che vuol dire celebrare una messa-“.

Dom Grea ci teneva molto all’integrità e alla dignità dell’officio divino.Per prenderne parte,lui affrontava l’impossibile.

Nel periodo dei suoi violenti picchi di gotta lui si faceva comunque portare tanto a Saint Claude che a Sant Antoine, e alla chiesa e all’oratorio privato anche per l’officio divino della notte.

Dom Blin racconta”Una volta si dovette recare da Lione a Valencia per una grande solennità,lui celebrò la messa presto e di mise subito dopo in cammino a piedi alla Croix Rousse Perrache(3 chilometri).E aveva ben 72 anni quando si permetteva queste prodezze!

Dom Grea allo stesso modo che per la preghiera dava importanza alla penitenza vissuta con umiltà e costanza.

Dom Roux ,uno dei suoi camerieri(era il titolo che si dava al novizio che si occupava della sua camera e della sua persona), racconta..”..Io fui il suo cameriere per quattro anni e per la sua malattia non si lamentò mai!Eppure quante momenti in cui soffriva di gotta..!”

Lo stesso Dom Roux sottolinea nello stesso modo l’umiltà di Dom Grea con queste parole” Lui non si vantava mai dei meriti della sua famiglia né dei suoi successi per farsi valere.Un giorno,dopo la morte di sua madre,che fu benefattrice insigne della Comunità,lui si mise in ginocchio chiedendo di pregare per sua mamma.Lui non chiedeva mai per se stesso.Se qualcuno gli faceva dei complimenti lui si metteva a ridere e iniziava dei giochi di parole”.

“Noi sappiamo che Dom Grea espresse dell’eroismo anche nelle grandi prove;ci fece constatare che era un uomo di grande sacrificio finchè ebbe un soffio di vita”.Un' altra caratteristica di Dom Grea,era l’apostolato.

 

Sempre Dom Roux ci riporta“i discorsi di Dom Grea non erano dei pezzi come quelli dei grandi oratori;ma lui faceva parlare il suo cuore con abbondanza,convinzione e pura dottrina spirituale…Lui sapeva esortare,far amare la virtù,le buone opere.

 

 

 

 

I difetti

 

Non saremo sorpresi che passando dal ritratto fisico al ritratto morale di Dom Grea,cominciamo dai suoi difetti.Tutti i Santi più o meno hanno i loro difetti;è una delle ragioni per le quali la loro storia non scoraggi la nostra mediocrità.

“Sicuramente lui aveva i suoi difetti come i santi ne hanno”ha detto di Dom Grea il suo compagno degli ultimi anni,Dom Michel Biehler.

Il canonico Grevy si esprime allo stesso modo con più dettagli “Possiamo segnalare in Dom Grea qualche imperfezione?I santi hanno anche loro le loro lacune e difetti che sono spesso l’eccesso delle loro qualità”

E il canonico Grevy nota qualche rudezza nell’esercizio dell “autorità”.Consultando poco i suoi religiosi non accettava le loro osservazioni e spesso rispondeva con una certa vivacità.

Lui rispondeva in maniera energica,spesso era rude nelle sue risposte,creando scompiglio.

Altre volte,Dom Grea era troppo ingenuo “al punto” disse il canonico Grevy di “rendersi cieco di fronte ai difetti,sulle indelicatezze,qualche volta  i tradimenti che non vedeva e la lealtà gli impediva di vedere e di ammettere”.

E quando finiva per  averne prova per lui era una grande tristezza,e la lezione restava per lo più perduta per il futuro.

Questa fiducia troppo assoluta negli uomini “che credeva essere quelli che dovevano essere” come diceva il Cardinale Sevin fu per Dom Grea la fonte delle sue afflizioni.

“Lui era un padre e parlava dei suoi figli agli estranei,mai davanti a loro,nei termini  spesso esagerati che contrastavano con la serietà del suo modi”

Dom Grea inoltre aveva una tendenza alla critica ma in qualche modo anche se non sempre riusciva in qualche misura a dominarla.

Lui era preso da un magnifico ideale;la restaurazione della via canonica,per questo si era fatto per realizzare questo ideale un’anima antica,un anima del medioevo,senza pero tenere sufficientemente conto,probabilmente  dell’evoluzione storica e della necessità di adattare alla condizione presente del mondo le istituzioni di altri tempi.

 

 

 La devozione a Cristo

 

 

Dom Grea aveva un amore sconfinato per Dio,per

Cristo.Era il tema costante delle sue prediche.Lui si riferiva spesso a questo nelle sue lettere e generalmente  salutava queste parole “In Gesù nostra vita,in Gesù la nostra gioia”Don Gréa condivideva, come tutti i santi, il "gusto straordinario" per il mistero della SS. Trinità. Infatti, "nel descrivere l’ordine della Chiesa e l’ammirevole disposizione dell’opera divina in essa", volge lo sguardo "verso la gerarchia divina" e contempla "la società del Padre e del Figlio nello Spirito Santo". Il suo pensiero sulla chiesa lo riassume in questa formula: "Lo Spirito Santo vive nella Chiesa; opera in lei con onnipotente efficacia le meraviglie della sua intima attualità; informa e anima tutte le parti. Viene nella Chiesa e vive in essa, perché il Figlio stesso è in questa Chiesa, amato dal Padre e amante il Padre, perché attira su questa Chiesa, che è la sua estensione e la sua pienezza, l’amore del Padre, che l’anima del suo stesso amore; perché il mistero dell’amore del Padre e del Figlio l’avvolge e la sostiene in una ineffabile solidarietà". Abituato a vedere Cristo nella Chiesa, don Gréa, non dimentica la Trinità, ma la raggiunge attraverso la via cara ai grandi spirituali: dal Cristo-Uomo al Cristo-Dio, e, per mezzo di Lui, alla Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo.Ma, in fin dei conti, parla relativamente poco della Trinità, e quando tratta di Dio, dell’amore di Dio – in modo particolare in un discorso sull’amore di Dio, tenuto, con poche varianti, a Saint-Pierre-de-Canon (1886) e nel carmelo di Lons-le-Saunier (1888), a Saint-Antoine (1890), l’amore di Dio è soprattutto l’amore per il Cristo nella sua umanità, "amore avido, generoso, eccessivo", amore che rende Dio povero, Lui che possiede tutti i tesori della divinità, "che fa di Lui, ricco, bisognoso di noi", che si riveste della natura umana "degradata dal peccato e condannata alla morte"…"la prima conseguenza di questo amore consiste nel fare in modo che Dio abbia fame e sete di noi, quasi che noi la potessimo soddisfare".Vi è un secondo aspetto dell’amore. Questo Cuore insaziabile, che viene alla ricerca di noi con l’avidità di un tiranno in vista dell’oggetto del suo desiderio, è, nello stesso tempo, generoso e liberale. Ci vuol possedere e a noi donarsi, se assume la nostra natura è per arricchirla dei tesori della sua divinità, Deus factus est homo ut homo fieret Deus: "Il donarsi, non è per Lui, un semplice piacere di un onnipotente che si diverte nel prodigarsi. Nel suo abbassarsi, l’amore non avrà piena soddisfazione se non innalzandoci e trasferendoci in Lui. Il disegno di Dio nell’Incarnazione prevedeva, coll’incorporarci al suo Figlio Divino, di introdurci, nella sua persona, nella società eterna dell’adorabile Trinità e di concederci in eredità il suo Regno, divinae consortes naturae ".Il Cristo, vivente nella Chiesa, vive in modo particolare nelle anime dei giusti, dei santi religiosi.Questo Gesù, nostro tutto, è per il mondo, secondo le parole di S. Leone, exemplum et sacramentum: Questo è lo scopo dei misteri che celebriamo e dei sacramenti che riceviamo. La Santa Eucaristia accende nei nostri cuori il fuoco dell’amore divino e ci partecipa la stessa vita divina. Dobbiamo imitare Gesù" ed amarlo. "non ha bisogno di noi, ma del nostro amore".E, quindi, in questo consiste l’essere religioso:"Da una parte, Dio, il suo amore, la sua Provvidenza, che ci salva dall’inizio del mondo fino ad oggi. Dall’altra, l’uomo, che risponde con generosità. Così si instaura come una trama, come un collegamento tra Dio e l’uomo. Noi siamo associati a Dio; Dio conduce la nostra volontà a seguire ogni meandro della sua".Ma quale tristezza, osserva il Gréa: "Guardate quanto poco spazio il suo amore trova nei cristiani e tra i cristiani, presso i religiosi e tra i religiosi, nel cuore del clero e dei sacerdoti".Di fronte a questo struggente dolore dove trovare riparo?.Il mondo è freddo.Si ha paura, ma non si ama. Si dice: l’importante che non mi danni, e dell’amore di Gesù, nessuna preoccupazione Accendete, Voi stesso, il fuoco che dovrà riscaldare le vostre membra fredde più per la durezza dei cuori, che per il freddo dell’inverno."Gesù entra generoso nel cuore di colui che Gli apre la porta. Il cuore generoso, quasi come cera, si fonde al suo avvicinarsi e in questa fusione d’amore, opera dello Spirito Santo, ci facciamo una sola cosa con Lui, divenendo, così, figli di Dio, dedit eis potestatem filios Dei fieri (Gv. 1,12). Ecco quanto Gesù opera in coloro che contraccambiano il suo amore! Dobbiamo essere tra questi…Noi che, come gli Apostoli, siamo stati chiamati: restiamo fedeli”

 Devozione a Cristo, che, in una riflessione sul vangelo del venerdì della terza settimana di quaresima, 1 marzo 1894, si trasforma in nobile e significativa preghiera:"Gesù, Tu la santità stessa, la purezza dei gigli d’Israele, chiedi a me, che provengo dall’abisso del peccato, di essere rifugio per il tuo cuore. Ah! Ora, sì, mi rendo conto del tuo mistero d’amore. A me misero, Ti rivolgi per chiedere aiuto, ma posso io esserti di sollievo, posso io rinfrancarTi con il mio amore! L’amore esige una qual uguaglianza tra le persone, altrimenti è come se il debole si presentasse al forte per ottenere protezione. Nel tuo caso, però, tutto viene capovolto. Tu, il Santo, chiedi aiuto ad un misero peccatore; Tu, l’Onnipotente, domandi amore ad un fragile fuscello. Ebbene, Te lo concederò senza remora alcuna. Eccolo: ‘Hodie’. Ho udito la tua voce. Ti offro il mio amore, tutto a Te mi dono, tutto prendi, nulla mi riservo, a me basta che ogni istante della mia vita solo trascorra nell’amarTi. Che solo Ti ami e questo basti a riempire la mia vita".Un tale amore per il Cristo, che fa che, l’amante, viva di Lui, per Lui, e ami ciò che Egli ama, il Gréa, si compiaceva ripetere, può solo scaturire dai sacramenti, soprattutto dal sacramento dell’Eucaristia, che è "il sacramento di tutti i sacramenti, il sacramento per eccellenza", per mezzo dal quale "Cristo Gesù si propaga e vive in coloro che non rifiutano il dono celeste, si propaga e si moltiplica senza dividersi, sempre uno e sempre forza unitiva delle moltitudini in Lui".Per il Gréa la santa messa "è la parte principale di ogni servizio divino e a questo dona tutta la sua dignità e la sua forza soprannaturale".La comunione eucaristica, anche quella quotidiana, restava, sotto l’influsso di mons. de Segur, una delle maggiori preoccupazioni del nostro Grea:"Ogni giorno umilmente e devotamente, comunicate alla sorgente della grazia, della santificazione, dell’umiltà e della dolcezza, della povertà, della castità e dell’obbedienza; andate e questo è quanto basta"."Nella comunità del Gréa, la comunione quotidiana era la norma, anche per i piccoli oblati.A seguire un brano di una lettera dove il Gréa, ci svela la sua profonda e amabile convinzione della nostra unione in Cristo:"Cari figli, cerchiamo di supplire alla distanza dei corpi con l’unione in Cristo....

...Cari figli, come a Dio è piaciuto unirci nel suo amore, così amiamoci gli uni gli altri".Il Gréa, quindi, con il suo spirito di fede, , può ben essere considerato non solo quale uomo di chiesa, come sopra detto, ma anche qualeuomo di Dio.

Ecco una lettera dove il Gréa, esprimendosi in una delicata effusione di tenerezza, ci svela la sua profonda e amabile convinzione della nostra unione in Cristo:"Cari figli, cerchiamo di supplire alla distanza dei corpi con l’unione in Cristo..

..Noi formiamo un tutt’uno, inseparabile, in forza di questo meraviglioso ubi della santa e divina comunione".

Dom Grea era come diceva Sant’ Ignazio di Loyola “ Il Padre che ha sempre la volontà di Dio nella bocca” che ha sempre l’amore di Cristo nel suo cuore,nel suo pensiero,nei suoi sacrifici,e unito alle qualità naturali,gli dona quel non so cosa di gioioso che si irradia da tutta la sua personalità e la rende attraente”

 

L’amore era per lui l’ultima parola in tutto.Quant’ eloquenza in quelle parole che usava”Riflettete sui fini ultimi,la vita,la morte,l’inferno per ottenere;primo il distacco dalle cose temporali l’amore.Riflettere sui misteri e la passione del Signore per ottenere;l’assoluzione dal peccato,la fiducia,l’amore.

 

 

 

 

 

 

La devozione a Maria Santissima

 

Dom Grea aveva per la Vergine Maria una devozione filiale che portava sempre nel suo cuore.

C’è un profondo legame  Gréa instaura tra la devozione a Maria e quella a Cristo.Nelle sue stesse parole "Ricordatevi che la devozione alla Vergine è la misura della pietà che noi abbiamo per Gesù Cristo e Dio. Chi non ha la devozione per Maria, non l’ ha per Gesù…perché Maria è la Madre del bell’amore…la madre della pietà". La spiritualità del Gréa può essere racchiusa in queste parole: preghiera e sacrificio, con Maria, per amore del Cristo e della Chiesa, suo corpo mistico.

Dom Adriano  Gréa non dimentica la profonda connessione che c’è tra Maria e la Chiesa: "La Chiesa è la sposa; Maria è la madre”.  E’ Maria che deve formare e preparare la sposa del Figlio". In un momento particolarmente felice della sua riflessione e profondamente pieno di significato così continua:"La madre e la sposa: il sacrificio che Nostro Signore ha offerto sulla croce non è solo oblazione dell’umanità concepita nel seno di Maria, ma essendo questa umanità compendio della creazione, una tale oblazione diviene oblazione dell’intera opera di Dio. Due sono le persone per mezzo delle quali questa opera di Dio si riannoda a Cristo: Maria e la Chiesa, Maria sua madre e la Chiesa sua sposa. E’ lei che donando a Gesù un’umanità, le dona la materia per il suo sacrificio, ma donandola a Gesù, la dona anche alla Chiesa…Gesù nel suo sacrificio presenta al Padre quanto ha di più caro: sua Madre e la sua Sposa. ..la vita di Maria è un insieme misterioso ed ineffabile di dolori e di gioie…Maria è madre della Chiesa. In Gesù che si offre per la Chiesa, è Maria che si offre per lei. …Maria ha generato senza dolori Gesù nella gioia del Natale e generato noi ai piedi della croce nelle sofferenze del Figlio suo Gesù".

La sua devozione era presente quotidianamente, ad esempio amava recitare  con la sua comunità Ave Maris stella tutte le sere e chiedeva di pregare per lui Maria Santissima.

In occasione della festa dell’Immacolata del 1906 definita da lui”Dolce e cara festa”  Dom Adriano Grea scrive”Non dimenticatevi mai che essendo canonici regolari dell’Immacolata Concezione,siamo di suo dominio speciale,sotto la sua protezione costante e speciale.

Noi abbiamo diritto alla sua protezione e noi abbiamo il dovere di renderle omaggio,sempre,sempre”

Dom Ignazio DelaVenna ci racconta nella festa di Natale del 1916”Nonostante il peso degli anni Dom Grea volle presiedere l’officio della mattina,delle lodi,dei vespri e prendere parola per ricordare alla popolazione di Baudin il meraviglioso amore di Nostro Signore per gli uomini”Alla fine della Messa rivolgendosi a Dom Ignazio ho dimenticato una cosa imperdonabile.Mi sono dimenticato di parlare della Santa Vergine alla fine dell’omelia. Ma,Padre la vostra intera omelia era dedicata al mistero della Santa Vergine e al notro Signore.No figli mio,no figli mio.Dobbiamo far sì che la Santa Vergine abbiamo il suo posto speciale quando parliamo al pubblico”.

 

Possiamo concludere con alcune bellissime parole dello stesso Dom Grea “Dio tutto ci ha donato per mezzo di Maria, poiché per suo mezzo ci ha donato Cristo:"Come Dio ci ha donato il suo Figlio unico per Maria, è per Maria che tutto abbiamo ricevuto".E ancora "Gesù ci vuole là dove Egli è, ma, prima di introdurci con Lui nella gloria del Padre, vuole che con Lui abitiamo in quella della madre".

 

 

 

 

 

 

Il servizio delle anime

 

 

 

 Lo spirito dei canonici regolari è lo “spirito della chiesa” se i canonici regolari “sono degli uomini che vogliono rivelare e sostenere il rilievo della preghiera e della penitenza nel mondo” non ha un carattere particolare. “Noi facciamo penitenza per la chiesa come i chierici” dice Dom Grea.”La nostra preghiera la dedichiamo alla Chiesa,per il popolo.Senza questa non possiamo salvare le anime”.Il suo intento è di salvare le anime. Dopo il servizio a Dio,il secondo obiettivo della vocazione dei canonici regolari è il servizio delle anime “il ministero pastorale accanto al popolo”.

 

 

 

In una conferenza del 20 dicembre 1893,Dom Grea diceva che “non dobbiamo riposare. I santi hanno qualche volta desiderato riposarsi ma Dio non gliel’ha mai permesso..Noi riposeremo in cielo ma quaggiù dobbiamo occuparci con il Signore della salvezza degli uomini..”Siate dei zelanti con lo spirito apostolico!Ma che l’apostolato non faccia dimenticare la penitenza e la preghiera”.Nei suoi scritti e conferenze,Dom Grea insiste molto sulla necessità di non separare l’attività pastorale dalla vita interiore che sull’attività pastorale stessa. Una delle espressioni che cita e commenta molto spesso è”la febbre delle opere”,”l’ eresia delle opere”,”l’eresia dei nostri tempi”.

 

 

 

“Si semina tanto e si raccoglie poco.Perchè?Perchè non affianchiamo alle opere la preghiera e la penitenza. La Chiesa soffre un male e questo male non è la mancanza di attività,è la diminuzione dello spirito di penitenza e di preghiera.”

 

 

 

 

Preghiera e studio:due cose essenziali. Lo studio sarà per la preghiera,soprattutto quello della Scrittura e dei Padri delle Chiesa” affinchè i misteri della religione entrino sempre di più nella propria anima e la nutrano..

 

 

 

 

 

 

 

 La vita comune per Dom Grea

 

La riuscita di Dom Grea non si riduce all’istituto dei canonici regolari.

 

 

Il canonico Grevy scrive”Possiamo prevedere che nei tempi che viviamo,che le necessità del ministero richiede  sacerdoti,divenuti troppo poco numerosi a raggrupparsi per vivere in comunità,ad aiutarsi a sostenersi anzicchè ai doveri dell’incarico pastorale..Del resto alcuni dei giovani sacerdoti si sentono attirati,dallo Spirito Divino  a cercare nella vita comune un cammino spirituale e dei mezzi per la santificazione spirituale.

 

 

In alcune diocesi come quella di Arras,per esempio,constatiamo una corrente forte que si inserisce in questo cammino le anime speciali.

 

 

Allora il fondatore dei canonici regolari dell’Immacolata Concezione e la sua opera non saranno stati una meteora effimera ma una brillante della quale gioire,un dono dello Spirito Santo per guidare nel futuro le  anime ecclesiastiche che partecipano della gloria di Dio e dell’onore della Chiesa.

 

 

Lui ha considerato come non soltanto auspicabile ma possibile il ritorno del clero alla vita religiosa del clero apostolico. Più tardi nelle Memorie dove sollecita la libertà di riprendere le antiche costituzioni,lui riconosce che l’istituto canonico tale come fu improntato all’antica tradizione non può né deve pretendere di imporsi a tutto il clero a causa delle varie esigenze dei ministeri,delle diversità delle condizioni personali  e delle circostanze,della libertà delle vocazioni.

 

 

Ma esprimendo il punto di vista”che accanto e sotto la direzione dell’Istituto si forma un terz’ordine ecclesiastico astringendosi,attraverso delle sante occupazioni alla vita comune,a degli esercizi religiosi svolti in comune,all’obbedienza,alla direzione dei loro superiori.

 

 

Niente sarà più utile per il progresso delle anime sacerdotali difese contro i pericoli dell’isolamento,l’euforia dello spirito del secolo e l’indebolimento dello stato di grazia”.

 

 

Nel 1916 il Cardinal Sevin fu a Roma  e pluadì calorosamente la causa di Dom Grea.

 

 

Il 2 Aprile fece una conferenza al seminario francese .Raramente la sua parola potè essere emulata.

 

 

“Se non  arrivate  ad essere dei santi,disse lui terminando voi sarete gli affossatori della Chiesa di Francia.Por condurla alla tomba,è sufficiente di un clero onesto,per salvarla c’è bisogno di santi.E uno degli elementi che contribuirono maggiormente alla santità dei sacerdoti sarà questa vita in comune che diventerà sempre più necessaria.”

 

Vernet

 

 

La vita comune nel clero

 

La riuscita di Dom Grea non si riduce all’istituto dei canonici regolari.

Il canonico Grevy scrive”Possiamo prevedere che nei tempi che viviamo,che le necessità del ministero richiede  sacerdoti,divenuti troppo poco numerosi a raggrupparsi per vivere in comunità,ad aiutarsi a sostenersi anzicchè ai doveri dell’incarico pastorale..Del resto alcuni dei giovani sacerdoti si sentono attirati,dallo Spirito Divino  a cercare nella vita comune un cammino spirituale e dei mezzi per la santificazione spirituale.

In alcune diocesi come quella di Arras,per esempio,constatiamo una corrente forte che  si coinvolge in questo cammino le anime speciali.

Allora il fondatore dei canonici regolari dell’Immacolata Concezione e la sua opera non saranno stati una meteora effimera ma una brillante della quale gioire,un dono dello Spirito Santo per guidare nel futuro le  anime ecclesiastiche che partecipano della gloria di Dio e dell’onore della Chiesa…

..Lui ha considerato come non soltanto auspicabile ma possibile il ritorno del clero alla vita religiosa del clero apostolico. Più tardi nelle Memorie dove sollecita i canonici  la libertà di riprendere le antiche costituzioni, riconosce che l’istituto canonico tale come fu improntato all’antica tradizione non può né deve pretendere di imporsi a tutto il clero a causa delle  esigenze varie dei ministeri,delle diversità delle condizioni personali  e delle circostanze,della libertà delle vocazioni.

Ma esprimendo il punto di vista”che accanto e sotto la direzione dell’Istituto si forma un terz’ordine ecclesiastico astringendosi,attraverso delle sante occupazioni alla vita comune,a degli esercizi religiosi svolti in comune,all’obbedienza,alla direzione dei loro superiori.

Niente sarà più utile per il progresso delle anime sacerdotali armate contro i pericoli dell’isolamento,l’euforia dello spirito del secolo e l’indebolimento dello stato di grazia”.

…Nel 1916 il Cardinal Sevin fu a Roma  e plaudì calorosamente la causa di Dom Grea.

Il 2 Aprile fece una conferenza al seminario francese.Difficilmente la sua parola fu emulata.

“Se non  arrivate  ad essere dei santi,disse lui terminando voi sarete gli affossatori della Chiesa di Francia.Per condurla alla tomba,è sufficiente  un clero onesto,per salvarla c’è bisogno di santi. E uno degli elementi che contribuirono maggiormente alla santità dei sacerdoti sarà questa vita in comune che diventerà sempre più necessaria.”

Abbiamo visto che il cardinale Mercier subì anche lui,l’influenza di Dom Grea e a lui viene attribuito la maturazione delle sue idee sul ritorno del clero,alla vita religiosa.

Conosciamo il progresso della vita comune dei preti secolari e le forme diverse che ha rivestito…

..I risultati già ottenuti sono i più consolanti, e stiamo attendendo un nuovo e molto grande sviluppo delle  associazioni di questo genere e i più grandi vantaggi della vita comune del clero,gli stessi già detti,per la gioia della Chiesa. “Pristini etiam fructum in gaudium Ecclesiae nonne sint recte sperandi?”disse Pio X nel suo Exortatio ad clerum, del 4 agosto 1908.

Questo di certo non è,l’opera esclusiva del fondatore dei canonici regolari dell’Immacolata concezione. Dom Grea,ha lavorato direttamente e attraverso l’attività di tutta la sua vita,ha contribuito a creare l’atmosfera,l’atmosfera propizia alle grandi cose. Tant’è vero che  non sappiamo  tutto il bene che ha fatto quando ha fatto il bene!

 

 

E così una volta ancora,noi possiamo parlare della riuscita,dell’ammirevole riuscita di Dom Grea.


 

Le nozze di diamanti sacerdotali

 

…Mgr Maurin,vescovo di Grenoble,incoraggiava l’idea di celebrare il giubileo di diamanti dell’eminente  religioso che aveva ben servito la Chiesa e presentato la  diocesi.

Dom Grea si presentò a Saint Antoine lunedi 18 settembre 1916,accompagnato da Dom Biehler.Lui occupava il suo antico appartamento abbaziale.Il giorno dopo venne suo cugino e alcuni canonici regolari.”Rappresentavano e portavano con loro il sentimento di tutti i nostri fratelli” scrisse Dom Grea.

Un passaggio del discorso pronunciato da Mgrs Monnier dopo il Vangelo indica  bene i sentimenti di Dom  Grea e quelli che lo circondavano.

“Conserviamo in questa chiesa un’opera,un crocifisso d’avorio meraviglioso.Visto da un lato,il divino Salvatore sembra soffrire dei tormenti indicibili;ha sul suo viso un’espressione di dolore che prende il cuore.E quando lo guardate dall’altra parte  constatate non solamente una pace profonde che regna sul suo viso convulso,ma come una sorte di gioia intensa di aver consumato il sacrificio e di aver donato la grande prova del suo amore” “Così mio Reverendo e amato Padre avete accettato la croce e l’avete portato con generosità.Dio vi ha ricompensato per il dono della sua pace. Non è senza una misericordiosa intenzione che la divina Provvidenza ha permesso questa festa oggi. Anche nel mezzo della croce nostro Signore,nella sua bontà,si occupa di ritorni inattesi:tale la celebrazione di questo giubileo nella basilica che vi è cara con l’accoglienza che vi è così cara.Nel calice di Gesù Cristo un ardore così grande voi direte al Salvatore la grazia della riconoscenza:la grazia per i doni numerosi che ci avete fatto,per le opere feconde che avete realizzato per le future grazie che vi concederà ancora”

 

Dom Grea ci ricorda anche  che Dio ha conservato alcune volte i suoi servitori fino a una estrema vecchiaia:è anche così che San Romuad arrivò a cento vent’anni.

Durante queste giornate così pesanti,Dom Grea portava comunque  avanti i suoi pesi.

“Quello che ci meraviglia disse un professore del seminario,non la sua affabilità che conosciamo da anni,né la sua cultura,ma il suo vigore di spirito,la freschezza della sua memoria in un’età così avanzata.

“…Dava l’impressione di un uomo nel mezzo dei suoi anni”.

 

Per concludere la frase che animò e accompagnò con più vigore queste nozze di diamanti sacerdotali  “Vivete dunque o padre amato,al fine della realizzazione del vostro ideale tale come lo avete concepito”.

 

 

 

 

 

"Profumo di Santità"..

 

Spesso Dom Grea  ripeteva queste parole”Che il buon Dio ci doni dei santi” ma era lo stesso  Don Grea ad emanare  profumo di santità come ci dice  Dom Paul Benoit La sua figura non passava “Dom Grea dominava talmente tutti i suoi religiosi attraverso la superiorità della sua intelligenza,la grandezza ma anche l’amabilità delle sue virtù,per il suo farsi benvolere da tutti,per i suoi servizi alla Chiesa..

Noi guardavamo Dom Grea per essere stato come un uomo di lume e un santo tutto bagnato nelle luci divine,unendo il tutto alla prudenza di un anziano alla bontà di un santo”.

Un domenicano Padre Constant ha detto di Dom Grea “Guardare il fondatore e riconoscere in lui l’uomo di Dio era la stessa cosa…questi uomini così forti nel loro  operato sono una razza a parte. Non vale la pena cercare paragoni. Gli uomini medi non hanno niente che gli assomigli.

Un giorno un cardinale si mise in ginocchio e gli chiese di benedirlo.Dom Grea si inginocchiò lui stesso protestando che doveva essere lui a benedirlo. Dom Biehler raccontando questa scena della quale era testimone scrive” Io restai là davanti a loro due,confuso nel vedere due santi nell’essere cosi’ umili.

Nella stessa linea tante testimonianze  quella di Dom Augustin Roux,Dom Martin Kessler,Dom Pierre Duval,Dom Athanase Desrosiers.

 

Per concludere possiamo utilizzare le parole del poeta Louid Le Cardonnel  che in seguito a una visita a Sant’Antonio per consultare Dom Grea sulla sua vocazione sacerdotale riassume in tre parole la sua personalità”Grande teologo,uomo dell’antichità,uomo di Dio.


Alcune sue lettere

Lettera alla comunità nascente di S. Claude Roma aprile 1869 

 

Padre Samuel

caro fratel Louis

miei amati fratelli

 

Siano rese grazie a Dio e ai suoi angeli per il buon viaggio. Vi abbraccio e vi benedico. Osservate la Regola con fedeltà incrollabile; e servite Dio con generosità, zelo, e amore per tutti i benefici di cui ha voluto colmarvi. Per voi, fratel Leon  e per tutta la Comunità, questa mattina ho celebrato il Santo Sacrificio sulla tomba di S. Leone Magno. Ho pregato Dio perché pieni  dell'amore di Gesù Cristo, possiate superare ogni ostacolo. Siate in pace con Dio, amatevi teneramente gli uni gli altri e gareggiate nel progredire tutti sulla via della perfezione. Non vi sia tra voi né emulazione né sentimenti di disprezzo o di collera, ma solo rendimento di grazie a Dio; le vostre bocche, santificate dalla lode, siano pure come quelle degli angeli; non formulino mormorazioni, né parlino per vana gloria, ma solo facciano risuonare parole di pace, di carità e di gioia.

Oggi o domani mi recherò a S. Paolo per affidarvi alle preghiere di quei bravi religiosi . Portandovi nel cuore farò visita ai Santi che sono in questa nobile città di Roma,  e che qui, sepolti nelle chiese, sono in attesa della gloria eterna.

Addio, cari ragazzi, è vicino il mese dedicato alla nostra Mamma, vivetelo santamente e ricordatevi di me nelle preghiere, che presto possa ritornare tra voi.

                    Adrien Gréa

 

                       vic.gen.


 

 

Estratto da Lettera di Dom Grea 1894

 

dom Alexandre Vicepriore

 

fate il piacere di leggere quanto segue anche ai Confratelli   Ave Maria             

 

               

"Dio vi ha concesso, propria della vostra grazia di stato per mia grande consolazione derivante dalla mia responsabilità. Spetta a me rispondere delle vostre anime e seppur peccatore e inetto, Dio vuole che mi applichi per la vostra santificazione; siete stati affidati a me, e, se volete rispondere a quanto vi domanda, cioè al suo grande desiderio di essere da voi amati, mi farà dono delle luci e delle parole che per voi Dio vi ha concesso, propria della vostra grazia di stato per mia grande consolazione derivante dalla mia responsabilità. Spetta a me rispondere delle vostre anime e seppur peccatore e inetto,

 

Dio vuole che miapplichi per la vostra santificazione; siete stati affidati a me, e, se volete rispondere a quanto vi domanda, cioè al suo grande desiderio di essere da voi amati, mi farà dono delle luci e delle parole che per voi saranno le più sicure e le più profittevoli…Addio, caro figlio, vi benedico teneramente in Gesù"


 

 

 

Lettera di dom Gréa

giugno 1910 - (festa di S. Claude) - Andora Stazione

 

Carissimo padre, fratello e figlio (dom Thomas)

Miei carissimi padri e figli (dom Maurice e Ignace)

Grazie delle parole che il vostro comune sentire mi

scrive..

Inoltre, miei carissimi, voi conoscete a quali croci queste vanno ad aggiungersi. La croce, ci dicono i santi, è la grazia più preziosa. P. Benoit mi scrive: "preghiamo affinché non ne lasciamo cadere nessuna di quelle che,

nel disegno di Dio, ci sono offerte per la prova presente". Conoscete, miei cari figli, quale grande difficoltà sto passando. I demoni, per mezzo della bocca

dei Giudei, gridavano a nostro Signore crocefisso: descende de cruce et credimus tibi. Sarebbe stata per il nostro Salvatore cosa facile e, secondo la saggezza umana, sarebbe stato un trionfo; ma volle rimanere sulla croce, vi volle morire, volle essere sepolto: (nonne sui oportent?), perché con la resurrezione fosse concessa quella vita che non muore più. Il Signore comunica questa vita alla sua Chiesa, e, nella sua Chiesa, per mezzo dello

stesso mistero di morte, a tutte le opere che questa compie. Fa discendere in questo battesimo l'opera della vita canonicale. Facciamolo nostro, miei cari e carissimi; viviamolo con invincibile fiducia; dobbiamo saper accettare i momenti fissati da Dio e nella misura in cui ne siamo capaci,

cerchiamo di anticiparli con la preghiera (dies breviabuntur propter electos) ma non spetta a noi stabilirne la scadenza, come nel tentativo ad opera degli assediati di Béthulie, esponendosi così a tutte le conseguenze.

Dunque, miei cari, rimaniamo sulla croce, anche se sentiamo altre voci dirci: descende de cruce; questo potrebbe apparire cosa facile. Non rinunciamo alla

vocazione alla quale Dio ci ha chiamati. Voci amiche e compassionevoli potrebbero suggerircelo, ma leggete nel santo Vangelo con quale severità nostro Signore, dopo aver molto lodato S. Pietro, lo riprende quando costui pretende di allontanare da Lui il mistero della croce.

A me, miei cari, Dio ha concesso di mostrarvi la luce della vostra vocazione secondo la tradizione dei nostri padri. Vi ho offerto la loro dottrina; vi do l'esempio; ottenetemi con le vostre preghiere di rimanere fedele fino alla fine, che rimanga e muoia sulla croce che Dio mi ha preparato attraverso coloro che ne sono i mediatori.

Satanas expetivit; (considerate la storia di Giobbe).

Cari figli, preghiamo perché per ciascuno di noi e dei nostri veri fratelli sia concessa un’umile e ferma fedeltà e costanza, per mezzo

 

di Maria Immacolata Virgo fidelis la quale Stetit all'ora del Calvario