Canta il sogno del mondo!

Un Dio da cantare anche la notte!

"La speranza non deve morire, perché è compito di ognuno farla risorgere ogni giorno. Dalla risposta non a livello di idee ma di vita dipende momento per momento, il permanere nel tempo di quello che stiamo facendo"

 

Padre Lorenzo Rossi

 

 

Padre Lorenzo.. per chi era assetato di cielo, era forte il contagio della suo essere fedelmente innamorato di Dio. Incontrandolo, camminando con lui è stato, è più bello essere uomo e credente. Fede intrisa di poesia, canto melodico che rinfresca i dolori dell’esistenza. Voce la sua, Voce degli altri, il prossimo di cui ha avuto cura, Parola di Dio dando la mano a ciascuno di noi. 

 

Un profondissimo GRAZIE a Padre Rinaldo Guarisco nostro Presidente e a Padre Luigi Franchini Vicepresidente per camminare con noi con grandissima dedizione e passione.

 

 

 

Associazione Culturale Dom Adriano Grea

 

 

Padre Lorenzo Rossi Fondatore Associazione

 

Padre Rinaldo Guarisco Presidente 

Padre Luigi Franchini Vice

 

 

 

 

 

 

"Nei momenti importanti della mia vita vi ringrazio perché siete sempre attenti e sensibili a dare significato gioioso alla mia vita, sono particolarmente grato al Signore della vostra presenza piena di comunione"

 

 

"Spesso nelle commemorazioni ufficiali di un personaggio si parla di raccogliere l'eredità spirituale del personaggio, ma non è un lavoro che si realizza con bei discorsi stampando i volumi, i fatti detti dell'eroe che cadano poi nel vuoto. Certo questo è importante, ma un'eredità spirituale è impegnativa. Si tratta di essere colui a cui si succede non di avere qualcosa che gli è appartenuto. È istintivo il desiderio, di permanere, di essere ricordati. Quanti monumenti, lapidi o sepolcri ne sono muti testimoni. Solo il Signore rimane, ci ricordano insistentemente i salmi. Ciò che è in Dio rimane. I santi restano o meglio rimane ciò che Dio ha operato in loro. Siamo tutti eredi di Santi come Eliseo. Il primo modo di raccogliere la loro eredità è quella di permettere a Dio con la nostra disponibilità di operare in noi, come operò in loro. "Chiunque vive e crede in me non morirà in eterno. Credi questo (Gv 11,26).

 

Dalla risposta non a livello di idee ma di vita dipende momento per momento, il permanere nel tempo di quello che stiamo facendo."

 

 

Padre Lorenzo Rossi Canonico Regolare dell'Immacolata Concezione fondatore dell'Associazione Culturale Dom Adriano Grea

 

 

 

Ci sono vicende che si allacciano alle nostre storie, plasmando così un legame indissolubile fra loro: come la storia della comunità di questa parrocchia e quella di Padre LORENZO.  Questo “piccolo Giubileo” – come lo definisce Padre Stefano - che oggi si apre qui a Bravetta, è senza alcun dubbio un dono di Padre Lorenzo.

Le pareti della parrocchia Natività di Maria sono illuminate ancora dalla determinazione e dalla tenacia con cui lui ha tracciato il percorso verso la meta desiderata di questa chiesa di pietra; lo stupore del nuovo che ci coinvolse 25 anni fa ancora ci sorprende quando in questo luogo, liberi da distrazioni, sentiamo di essere a casa, fra mura domestiche.

Da due anni Padre Lorenzo ci ha lasciato, eppure sembra solo ieri, ancora lo vediamo inginocchiato nell’angolo del primo banco dinanzi all’altare, che, accarezzando il suo rosario, prega con noi, come noi: ed è un’emozione grande.

Parlare di lui non è per niente facile, come si può con parole illustrare l’interesse sincero che sempre ha nutrito per gli altri, il linguaggio semplice con cui ci ha sollecitato a conoscere e approfondire, attraverso la sacra scrittura, le fondamenta della nostra Fede. Lo ha fatto camminando e crescendo insieme a noi offrendoci le sue omelie della domenica e la Lectio del giovedì sera: prima nella cappellina di vicolo Bravetta, poi nelle case di questa comunità.

Dal suo entusiasmo nell’immergersi nelle letture di Giobbe, del Cantico dei Cantici o piuttosto del Qoèlet e ancora presentandoci le indecisioni di Giona, abbiamo ereditato un pezzo del suo prezioso patrimonio di Fede. Instancabile, con le sue esigenti esortazioni, ci ha educato a vivere come fratelli e discepoli di Cristo rendendoLo presente in mezzo a noi con la Parola e con l’Offerta del Pane e del Vino.

 Non solo un prete, Lorenzo, ma una persona speciale, un amico prezioso con cui si può essere completamente se stessi, senza paura di essere giudicati. Un amico caro che sempre c’è, nei momenti belli e in quelli difficili, pronto a offrirti supporto, conforto e comprensione. Lorenzo che incontra, ascolta, condivide gioie e dolori, convince a scavare nelle nostre coscienze per interrogarci sul nostro essere cristiani, ci parla con linguaggio vivo di un Dono e ci esorta a riconoscerlo presente sempre nelle esperienze di vita quotidiana, ci coinvolge con passione nel grande amore per la Chiesa.

 

A noi oggi l’emozione di ringraziare ancora il dono che è stato per noi Padre Lorenzo e conservare nel nostro cuore la storia di questo Prete che non ha risparmiato nessuno con il suo affetto.

 

Paola Narciso


Santa Messa 2 gennaio 2024 ore 18.30 presso Natività di Maria 

 

IL NOSTRO GIUBILEO. Parrocchia Natività di Maria – 2 gennaio 2024

INIZIO: Dalla prefazione al libro del Giubileo

Già da tempo sono stati annunciati i motivi di questo Giubileo parrocchiale:

andando a ritroso nel tempo, riscopriamo gli eventi essenziali che danno vita a questo Anno Giubilare:

-         25 anni fa, veniva benedetta la nuova Chiesa…

-         L'8 aprile, sempre del 2000, avveniva la sua Dedicazione…

-         40 anni fa, il 5 aprile del 1985, la Parrocchia - istituita ufficialmente nel 1981 – veniva riconosciuta dallo Stato italiano.

-         50 anni fa, 15 aprile 1975, il Cardinal Vicario Ugo Poletti istituiva questa zona pastorale come Vicecura.

 

Sono motivi più che sufficienti per rendere grazie a Dio e rivivere una storia che ci appartiene, che è storia di grazia, ma anche di tante fatiche e sofferenze.

Atto penitenziale…

 

OMELIA di Padre Rinaldo Guarisco Superiore Generale Cric 

 

“Quanto a voi, quello che avete udito da principio rimanga in voi. Se rimane in voi quello che avete udito da principio, anche voi rimarrete nel Figlio e nel Padre” (Prima lettura).

Mi hanno colpito queste parole di san Giovanni nella prima lettura, perché mi sembrano adatte alla circostanza e all’evento che stiamo celebrando oggi, ma che vivremo durante tutto un anno. Se non si fa memoria vera di ciò che si è vissuto nel passato personalmente o che altri ci hanno tramandato, non saremmo qui a celebrare un Anno Giubilare. E’ grazie a coloro che hanno vissuto fin “da principio” questi fatti e l’evoluzione della storia della vostra chiesa, che ora ci ritroviamo insieme come comunità e come famiglia ecclesiale a pregare, spezzare il pane di vita, amministrare sacramenti della vita di fede, a cercare di istruire, annunciare e testimoniare alle giovani generazioni il vangelo della carità e dell’amore verso il prossimo.

 

Se la comunità è unita e fedele alle sue origini, allora si rafforza ogni giorno nella propria fede con generosità, riconoscendo che Gesù è il centro della nostra vita: quel Gesù che in questi giorni stiamo celebrando nel suo Natale come il Verbo che si fa uomo per condividere la nostra stessa sorte umana, ma anche per dirci che è possibile crescere con lui e come lui in sapienza, forza e grazia.

 

Inoltre san Giovanni ci ricorda ancora che attraverso il battesimo siamo persone  che hanno ricevuto l’unzione con la quale Dio ci ha consacrati. Per non lasciarci sviare o confondere da dottrine, da idee e comportamenti menzogneri, è importante che rimaniamo e dimoriamo in Dio. E oggi nella nostra vita sociale, ecclesiale e di fede sono tante le occasioni e le situazioni che ci possono mettere in crisi di fronte agli impegni che ci siamo presi non solo nel Battesimo, ma rinnovati più volte nella vita con la Cresima, le promesse matrimoniali, il sacramento della Riconciliazione e dell’Eucarestia e in altri momenti fondamentali della vita di una parrocchia.

 

Ricordare, allora, le origini e gli inizi di una comunità non fa altro che rafforzare la nostra comunione in uno spirito di servizio umile e generoso all’interno della chiesa stessa con la quale siamo cresciuti.

 

Facciamo nostra, allora, la domanda del Vangelo di oggi quando i Giudei inviarono a Giovanni il Battista alcuni sacerdoti e leviti a interrogarlo. “Tu chi sei?

E’ una domanda che richiede un esame di coscienza personale e comunitario molto profondo e sincero e alla quale non è facile rispondere, ma serve umiltà e schiettezza per guardare il nostro modo di essere cristiani, discepoli di Gesù e a servizio della Chiesa particolare, di una piccola porzione di Chiesa che è la parrocchia, nella quale viviamo e soffriamo, ma insieme camminiamo come testimoni di speranza.

Il Battista risponde in maniera chiara che lui non è il Cristo, ma è solo una “voce di uno che grida nel deserto: rendete dritta la via del Signore…”.

Per questo anche oggi servono dei veri testimoni che con umiltà si rendono disponibili all’annuncio del Vangelo e servono la Chiesa con amore e disinteresse personale, creando legami di amicizia e armonia, cioè nella comunione di intenti e di spirito, come il papa san Giovanni Paolo II vi ha consegnato come messaggio pastorale e spirituale nel lontano 2001 durante la sua visita pastorale.

 

Era il 25 FEBBRAIO 2001 quando la sua visita  alla Nativita’  è stato il momento culminante di un percorso di costruzione dell’edificio chiesa.

Fu accolto calorosamente dal parroco padre Lorenzo con queste parole: "Oggi questa Comunità riceve da lei, Santo Padre, il sigillo. Confermi in noi la fede, confermi l'unità." 

In risposta il papa ha esortato i fedeli con le seguenti parole: “Questo tempio, costato tante fatiche, sia segno di unità e di comunione! Camminando concordi e uniti, scrivete una bella pagina di vita spirituale e pastorale della vostra Comunità parrocchiale. (...) Chiedetevi sia come singoli che come Comunità: quale apporto posso dare alla crescita della piena comunione nella Chiesa? Come posso offrire il mio specifico contributo, affinché essa diventi sempre più casa e scuola di comunione? Occorre camminare uniti per testimoniare insieme il Vangelo”. Con questi interrogativi ritorniamo alla domanda posta al Battista: “Tu chi sei?”.

 

Poi il papa conclude dicendo: "Nella facciata della vostra chiesa c'è un arco incastonato nel corpo dell'edificio. Esso ricorda la Vergine, Aurora della salvezza, sempre pronta ad abbracciare i suoi figli e a condurli all'interno del tempio per incontrare Cristo. Ci aiuti lei, la Vergine del silenzio e dell'ascolto, ad essere coraggiosi testimoni e annunciatori del Vangelo; ci faccia guardare agli altri con occhi di comprensione e di bontà".

Infine, oggi 2 gennaio, ricordiamo anche il secondo anniversario della morte di padre Lorenzo, “protagonista di questa storia che è la comunità parrocchiale della Natività di Maria e colui che questa comunità l'ha costituita, amata e guidata per quasi 50 anni: p. Lorenzo Rossi, primo parroco e fondatore della nuova struttura parrocchiale per la quale ha lottato strenuamente per decenni”. Così viene ricordato nel libro del Giubileo!

Per quattro anni, dal 1984 al 1988 ho vissuto anch’io insieme a padre Lorenzo e a padre Giorgio Chiarini, parte di questa storia travagliata, di una comunità “senza fissa dimora”, desiderosa di avere un tempio di pietra dalle porte spalancate.

 

Concludo citando un altro passo del vostro libro, che riporta una esortazione di papa San Giovanni XXIII: "La parrocchia è come una fontanella posta al centro della piazza del paese, dove tutti, ma proprio tutti, coloro che hanno sete, senza alcuna distinzione, possano bere”.

 

 

Chiediamo allora a Maria, Aurora di speranza, Madre di Dio e madre nostra, che continui ad accompagnarci in questo Anno speciale di grazia per sentirci sempre più figli suoi e fratelli tra noi.


 "Sentire il nostro rapporto col Signore come unico e prezioso e personale come se tu fossi l'unico amato da lui e ti senti abbracciato perdonato accolto e così in grado di dare nella tua stessa vita quello stessa tenerezza che tu per primo hai provato."

 

 Padre Lorenzo Rossi

 

 

 

Lorenzo Rossi nasce il 22 maggio 1937 a Mairano (BS), ed è battezzato una settimana dopo nella Parrocchia cittadina di S. Andrea Apostolo. Da bambino entra in comunità nell'alunnato di Montichiari (Bs), dove trascorre non molto tempo. Si sposta quindi a Roma per iniziare gli studi secondari, interrotti dalla parentesi del noviziato, che svolge prima in Francia, nello scolasticato di Canisy in Normandia, per poi concluderlo a Roma con la prima professione dei voti religiosi, l’11 ottobre 1956. Nell’Urbe, una volta terminata nel 1959 la scuola secondaria, attende agli studi universitari presso la Pontificia Università Urbaniana de Propaganda Fide, conseguendo il baccellierato in filosofia e, nel 1964, la licenza in teologia.

 

Dopo la professione perpetua il 27 dicembre del 1960, il 18 marzo 1964 è ordinato presbitero nella sua Parrocchia d’origine di Mairano, e celebra la prima messa l’indomani, 19 marzo, marcando fin da subito il suo ministero per una speciale devozione personale nei confronti di San Giuseppe. Nel luglio dello stesso anno è nominato vicario parrocchiale nella Parrocchia di S. Maria Regina Pacis a Monteverde Vecchio (Roma). Sotto la sapiente guida del Parroco P. Alfredo Scipioni, Lorenzo rimane a Regina Pacis una dozzina d’anni, segnalandosi per il suo notevole impegno specialmente nell’animazione dei giovani, sia attraverso l’insegnamento della religione nel Liceo classico “L. Manara”, sia attraverso numerose altre iniziative che riscuotono il favore e l’apprezzamento di molti, in una stagione sociale caratterizzata dal disagio e dalla contestazione giovanile.

 

Nell'ottobre del 1976 l’obbedienza lo chiama a essere responsabile della vice-cura della Natività di Maria a Forte Bravetta (Roma). Qui P. Lorenzo spenderà il resto della sua vita, adoperandosi in tutto e per tutto per il bene della locale comunità cristiana. Grazie anche alla sua tenacia, a una “speranza contro ogni speranza” (cf. Rm 4,18), egli contribuisce, al riconoscimento dapprima canonico e poi civile della nuova entità, la Parrocchia Natività di Maria, di cui egli è, dal 1981, il primo Parroco. Anche senza disporre di adeguate strutture, tanto che l’Eucaristia si celebrava per lunghi anni in un garage, dopo un lunghissimo travaglio si arriva all’edificazione della chiesa parrocchiale, che viene consacrata nell’anno giubilare del 2000 all’interno della bellissima cornice della “Valle dei Casali”.

 

Pur risiedendo per lungo tempo in un appartamento adattato a casa canonica, P. Lorenzo, grazie anche all’avvicendamento di numerosi confratelli sacerdoti e seminaristi che lo affiancano nel ministero, cerca di dotare la comunità cristiana della Natività di Maria di una solida formazione cristiana. Ecco allora l’impegno nella lectio divina, nella catechesi, sia per l’iniziazione cristiana e gli altri sacramenti sia per gli adulti, nella carità e, soprattutto, nella liturgia. P. Lorenzo, fedele discepolo e innamorato di D. Gréa, ha amato lo splendore della domus Dei, per la quale ha profuso ingenti risorse, sforzandosi altresì di inculcare nel popolo a lui affidato una forte sensibilità liturgica, da cui promana ogni virtù della Chiesa.

 

Con l’avanzare degli anni, il 1 settembre 2013 egli termina il suo ministero di Parroco, ma continua la sua presenza attiva nella parrocchia della Natività di Maria, ufficialmente come collaboratore parrocchiale, ma, un po’ per tutti, come “parroco emerito”. Nel frattempo si adopera anche per diffondere, sia tra i confratelli, sia tra i laici, la conoscenza della vita e del pensiero di Dom Adrien Gréa, dando vita anche a un’associazione culturale a tal fine dedicata.

 

Progressivamente le forze vengono meno, ma Padre Lorenzo resta al suo posto, indefesso, fino all’autunno del 2022. In quel periodo, a motivo di problemi intestinali, subisce un delicato intervento chirurgico, dal quale non riesce a riprendersi, fino ad andare incontro alla sua Pasqua, circondato da alcuni confratelli, familiari e parrocchiani, la sera del 2 gennaio 2023.

 

I medici che con tanta cura lo hanno assistito, hanno riferito che P. Lorenzo non era molto collaborativo negli ultimi giorni, perché già proiettato altrove. Questo “altrove” è per lui l’incontro con il Risorto, amato e servito in più di 66 anni di vita religiosa e 58 di ministero sacerdotale.

 

Le esequie sono celebrate dapprima nella sua “creatura”, la Parrocchia della Natività di Maria, il 4 gennaio, e poi l’indomani nella chiesa del suo battesimo, a Mairano, dove anche è sepolto nel settore del cimitero dedicato ai sacerdoti, testimoniando così un legame con la sua terra d’origine che mai si era interrotto né affievolito nonostante avesse trascorso quasi tutta la sua vita nell’Urbe.

 

 

 

 

Dalla personalità forte e a volte complicata, ma anche delicato attento e premuroso, P. Lorenzo ha amato fino alla fine la Comunità CRIC e i fedeli a lui affidati, e resta per tutti un testimone di fede nel Signore della vita, che lo avrà accolto dandogli la ricompensa promessa ai buoni operai del Vangelo.

 

Canonici Regolari dell'Immacolata Concezione


Gita della Parrocchia Natività di Maria Maggio 2023 a Mairano luogo di origine di Padre Lorenzo

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