Esperienze di vita religiosa nel cuore di Dom Gréa!

a cura di Padre Rinaldo Guarisco -Superiore Generale Cric-  Presidente Associazione Culturale Dom Adriano Gréa

"Rimaniamo fedeli a questa santa vocazione. In questa disponiamo di mezzi per salvarci e per salvare gli altri. La santità umile e nascosta. Non basta stimarla, dobbiamo anche essere riconoscenti per questo prezioso dono che Dio ha fatto a noi e agli altri."

 

Dom Adriano Gréa

Padre Rinaldo Guarisco


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SANTA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV

PIAZZA SAN PIETRO – 18 maggio 2025

 

 

Anche in questa occasione della solenne celebrazione di inizio pontificato di papa Leone XIV non ho potuto mancare e desideravo tanto essere presente soprattutto con il cuore e con i miei sentimenti di vicinanza a un nuovo Pontefice che più volte ha manifestato nel suo pensiero di essere un figlio di sant’Agostino, nostro padre e ispiratore per noi Canonici Regolari della sua Regola.

Come già sappiamo, dopo un breve saluto fatto alla piazza con la papamobile, il rito è iniziato presso il Sepolcro di San Pietro in Basilica dove il papa si è fermato in raccoglimento e preghiera silenziosa. Poi in processione è risalito verso il Sagrato preceduto dai Cardinali e alla presenza di numerose Delegazioni religiose, civili e con una piazza gremita di fedeli.

Accompagnati dal canto delle Litanie dei Santi invocati per sostenere con la preghiera la Chiesa universale, il Sommo Pontefice, i governanti, i cittadini e tutti i cristiani e per invocare la pace di Cristo e del suo Regno, è poi iniziata la santa messa.

Dopo la lettura del Vangelo è stato consegnato a papa Leone il pallio e l’anello del pescatore, simboli della missione e della vocazione ad essere pastore umile e generoso.

Riporto la spiegazione ufficiale di questi due simboli:

 

L'ANELLO DEL PESCATORE

L'anello, già elemento liturgico neotestamentario, sin dal primo millennio è insegna propria del Vescovo. Quello che viene oggi consegnato al nuovo Papa, detto Anello del Pescatore, su cui è raffigurata l'immagine di San Pietro con le chiavi e la rete, ha il significato particolare dell'anello che autentica la fede e significa il compito affidato a Pietro di confermare i suoi fratelli (cf. Lc 22, 32). Viene detto "del Pescatore", perché Pietro è l'Apostolo pescatore (cf. Mt 4, 18-19; Mc 1, 16-17) che, avendo avuto fede nella parola di Gesù (cf. Lc 5, 5), dalla barca ha tratto a terra le reti della pesca miracolosa (cf. Gv 21, 3-14). Anche oggi viene detto alla Chiesa e ai successori degli apostoli di prendere il largo nel mare della storia e di gettare le reti, per conquistare gli uomini al Vangelo, a Dio, a Cristo, alla vera vita

IL PALLIO PAPALE

Fra le insegne liturgiche del Romano Pontefice, uno dei più evocativi è il pallio fatto di lana bianca, simbolo del vescovo come buon pastore e, insieme, dell'Agnello crocifisso per la salvezza dell'umanità. La lana d'agnello intende rappresentare la pecorella perduta o anche quella malata e quella debole, che il pastore mette sulle sue spalle e conduce alle acque della vita.

Il pallio, nella sua forma presente, è una stretta fascia, tessuta in lana bianca, incurvata al centro così da poterlo appoggiare alle spalle sopra la casula e con due lembi neri pendenti davanti e dietro, cosi che il paramento ricordi la lettera "Y". È decorato con sei croci nere di seta, una su ogni capo che scende sul petto e sul dorso e quattro sull'anello che poggia sulle spalle, ed è guarnito, davanti e dietro, con tre spille (acicula) che raffigurano i tre chiodi della croce di Cristo.

 

Terminato il Rito della consegna, il Papa ha tenuto l’omelia.

Numerosi gli spunti che ho colto: richiamo, però, solo il suo invito pressante alla pace e soprattutto all’unità all’interno della Chiesa stessa e di tutta l’umanità.

Augurando al nuovo Pastore una missione e un apostolato proficuo, lo sosteniamo e lo accompagniamo con la nostra preghiera quotidiana.

 

 

 

Padre Rinaldo


SABATO 26 APRILE 2025 – PIAZZA SAN PIETRO – ROMA SANTA MESSA ESEQUIALE PER PAPA FRANCESCO


Il nostro annuncio comincia oggi dove viviamo!

 

ALCUNI PENSIERI E IMPRESSIONI

 

a cura di padre Rinaldo

 

Sono rientrato da poche ore dalla Messa esequiale per papa Francesco in piazza san Pietro, alla presenza di una folla immensa di fedeli, sacerdoti, vescovi, cardinali e autorità civili e religiose di tutto il mondo! Impressionante la piazza gremita alla massima capienza fino a tutta via della Conciliazione, per non parlare dei Maxischermo e collegamenti radio-televisivi in mondovisione.

Eppure si è vissuta la celebrazione in un clima di profondo raccoglimento ed emozione; si potrebbe dire che lì era rappresentata tutta l’umanità nelle sue più svariate sfaccettature culturali, religiose, politiche e sociali.

Nonostante la celebrazione fosse nella lingua ufficiale della Chiesa che è il latino, salvo qualche altro testo e preghiere in diverse lingue, si è comunque potuta percepire una religiosa partecipazione di ascolto e devozione.

Quello che mi ha maggiormente colpito a livello emotivo e umano, è stata la consapevolezza di essere alla presenza fisica di numerosi potenti della terra, che in un certo senso questa presenza sembra stridere con la figura e la testimonianza che ha dato papa Francesco: da un lato i potenti che se fossero tutti davvero di buona volontà per il bene dell’umanità intera potrebbero risolvere gli innumerevoli problemi e miserie che abitano il nostro pianeta; dall’altra la vita di un papa che non si è mai stancato di invitare  e richiamare i valori della pace, dell’uguaglianza, della giustizia, in difesa degli ultimi e dei più poveri. Saranno state parole al vento oppure qualche goccia di bontà e riconciliazione, soprattutto stamattina, sarà caduta nel cuore di questi potenti? Riascoltando e rileggendo l’omelia del Cardinal Giambattista Re nel suo ripercorrere la vita, i viaggi e i numerosi messaggi lanciati da papa Francesco, mi hanno colpito due aspetti o pensieri che se diventassero realtà potrebbero cambiare davvero il mondo: il continuo invito alla pace e alla cessazione della guerra che purtroppo, anche se “a pezzi”, è ancora presente in tante parti del mondo, e la guerra, ha sempre sostenuto papa Francesco, non è altro che distruzione e morte di persone innocenti e di strutture umanitarie che poi bisogna nuovamente ricostruire, senza parlare dei traumi emotivi e psicologici che abitano il  cuore di chi vive in queste situazioni di odio, paura e violenza! L’altro aspetto è il richiamo alla “gioia e misericordia” che il papa nei suoi discorsi e nei suoi scritti ha continuamente sollecitato per migliorare ogni giorno i nostri rapporti umani e religiosi. Sono parole che percorrono tutto il vangelo e la storia sacra del popolo eletto, parabola della storia di ogni persona che ogni giorno si trova immersa in questa “valle di lacrime”.

Personalmente di questo papa che ho avuto l’occasione di incontrare più volte in udienze ed eventi speciali, mi è rimasta impressa la sua capacità di rapportarsi con le persone, con i gruppi, con le varie realtà della Chiesa e nel campo civile, la semplicità del suo linguaggio, fatto spesso di immagini comprensibili anche alle persone più semplici, instancabile nel richiamare alcuni valori fondamentali della vita cristiana, umana, sociale e nella difesa del nostro pianeta, chiamato “casa comune”! Non voglio ripetere ciò che altri personaggi hanno già scritto ed evidenziato meglio di me, ma questi sono solo alcuni spunti che mi sono nati nel cuore in memoria di questo papa che sicuramente lascerà un segno positivo e costruttivo in seno alla Chiesa e all’umanità.

In tutto questo clima che apparentemente sembra negativo per via di queste situazioni allarmanti, non deve venir meno la speranza, tema e messaggio lanciato da papa Francesco in questo Anno Santo per ridare fiducia e serenità a chi ha creduto al suo ministero e alla sua testimonianza di apostolo del Vangelo.

Come religioso, e lui stesso il papa proveniva da una comunità religiosa di Gesuiti, mi restano in cuore le sue parole riportate nella “Lettera ai Consacrati” del 2014, invitandoci a “svegliare il mondo” con la nostra vita fraterna, di preghiera e di dono al Signore, in un atteggiamento di servizio e non di potere sia all’interno della Chiesa che della società.

 

Non posso che concludere con un suo pensiero toccante per la conversione del cuore di ognuno di noi: “Non abbiate paura di sognare in grande! Non dobbiamo attendere di essere perfetti e di aver fatto un lungo cammino dietro a Gesù per testimoniarlo; il nostro annuncio comincia oggi, lì dove viviamo”.


MOSTRA FOTOGRAFICA «VIA CRUCIS IN ARTE»CON OPERE DI ARTISTI LOCALI

Esposizione realizzata dal 6 al 13 aprile 2025

con quadri dipinti a olio su tela, con sculture, foto, poesie anche in vernacolo

e messaggi con didascalie presso PALAZZO «MONTI DELLA PIEVE»

BORGOSOTTO DI MONTICHIARI in

collaborazione tra PRO LOCO E PARROCCHIA MARIA IMMACOLATA


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