02 - FORMAZIONE PER “LAICI CRIC”

MESE DI OTTOBRE 2025

 

a cura dell’Associazione culturale

dom Adriano Gréa

 

PRESENTAZIONE

DEL CAMMINO SPIRITUALE MENSILE

 

 

 

Il mese di ottobre è caratterizzato da diverse tematiche e messaggi spirituali e sociali:

-              dalla salvaguardia del creato e la cura della nostra casa comune con la festa di san Francesco d’Assisi (4 ottobre), patrono d’Italia, tornata di nuovo festa nazionale e di cui quest’anno ricorre l’ottavo centenario del Cantico delle creature,

-              alla memoria della Beata Vergine Maria del Rosario (7 ottobre), che in diverse parrocchie si celebra con le settimane mariane. Inoltre in questa occasione i Canonici Regolari della Confederazione di Sant’Agostino presenti in Roma si riuniranno nella nostra parrocchia Regina Pacis per un momento di preghiera e fraternità.

-              Ricordiamo anche la Madonna di Pompei, la cui devozione ricorre la 1a domenica di ottobre, oltre a quella dell'8 maggio (giorno in cui ebbe inizio nel 1876 la costruzione della basilica);

-              In questo mese si fa ancor più viva l’animazione missionaria con la domenica 19 ottobre, nella quale si celebra la giornata Mondiale Missionaria con preghiere e iniziative di solidarietà e confronto nell’ambito sociale nelle varie parrocchie.

Tra questi diversi motivi di celebrazioni e riflessioni, come cammino spirituale per questo mese abbiamo scelto due temi che riteniamo importanti:

-              la nascita e la diffusione del Santo Rosario nelle diverse situazioni storiche ed ecclesiali che si sono succedute nel tempo,

-              e in occasione della Giornata Missionaria una riflessione sul tema della giustizia sociale con una breve presentazione della “Rerum Novarum” di Papa Leone XIII, attualizzata nel nostro tempo di oggi.

Dal punto di vista liturgico, oltre alle feste già citate, ricordiamo:

-              1 ottobre: memoria liturgica di Santa Teresa del Bambin Gesù;

-              2 ottobre: memoria degli Angeli custodi e festa dei nonni,

-              11 ottobre: memoria San Giovanni XXIII,

-              15 ottobre: memoria liturgica di santa Teresa d’Avila,

-              16 ottobre: memoria di Santa Margherita Alacoque,

-              17 ottobre: memoria di Sant’Ignazio di Antiochia,

-              22 ottobre: memoria di San Giovanni Paolo II,

-              28 ottobre: festa dei Santi apostoli Simone e Giuda.

 

 

 

               Vi ringrazio e vi auguro un buon cammino spirituale.


A)           BREVE STORIA DEL SANTO ROSARIO

 

La parola Rosario significa ‘corona di rose’ e infatti nel Medioevo le statue di Maria venivano ornate con ghirlande fiorite.

Tra l’XI e il XII secolo i monaci Cistercensi recitavano, settimanalmente, il Salterio cioè i 150 Salmi suddividendoli in tre giorni, perciò ogni giorno venivano recitati 50 Salmi.

Ai monaci che non sapevano leggere veniva concesso di sostituire i Salmi con il Pater Noster o l’Ave Maria meditando ogni volta un mistero di Cristo così da diventare “contemplazione, professione di fede, supplica, ripasso della Storia Sacra e del Vangelo”.

Secondo alcuni storici influì anche l’uso orientale di pregare utilizzando la corda di nodi o grani. Questo mezzo era già conosciuto tra il II e il IV secolo dai Padri del deserto e in seguito giunse in Francia, nel VII secolo, alla corte dei Re Merovingi.

I Domenicani attribuivano l’origine del Rosario al loro fondatore San Domenico di Guzman (1170-1221): Maria glielo avrebbe donato per convertire gli eretici senza violenza.  Nel 1400 la corona composta dal priore di Treviri Domenico di Prussia, sugli eventi della vita di Cristo, si diffuse all’esterno dei monasteri grazie al predicatore Alain De la Roche, domenicano.

Dopo il Concilio di Trento (1545-1563) la corona del Rosario ebbe un’ulteriore diffusione:

-              San Carlo Borromeo la riteneva “devozione divinissima”;

-              Papa Adriano VI la considerava “flagello dei demoni”;

-              Papa Pio V, domenicano, come ringraziamento per la vittoria navale di Lepanto sui Turchi, avvenuta il 7 ottobre 1571, istituiva la festa di Nostra Signora del Rosario.

Un nuovo impulso alla sua diffusione si ebbe con le seguenti apparizioni:

-              l’11 febbraio 1858 la Vergine apparve con un Rosario in mano a Bernadette presso la grotta di Massabielle, a Lourdes, sulle rive del fiume Gave;

-              il 13 maggio 1917, a Fatima,  Maria si presentò a tre pastorelli dicendo: “Sono la Madonna del Rosario” e invitò a recitarlo quotidianamente “per far cessare la guerra, per il perdono dei peccati e per cambiare la vita”.

Tanti Santi hanno recitato il Rosario e tra questi possiamo ricordare:

-              Caterina da Siena, Filippo Neri, Ignazio di Loyola, Alfonso de’ Liguori, Margherita Alacoque, Giovanni Bosco, Massimiliano Kolbe, Maria Goretti…

-              Teresa di Lisieux che affermava: “Con il Rosario si può ottenere tutto. E’ la catena che lega il cielo alla terra: un’estremità è nelle nostre mani e l’altra in quelle di Maria. E’ come incenso che sale ai piedi di Dio”;

-              il Beato Bartolo Longo che nel 1891 fondò il Santuario della Madonna di Pompei;

-              San Pio da Pietrelcina che insegnava: “La recita del Rosario dà sollievo alle anime del Purgatorio e affretta la loro liberazione”; inoltre raccomandava di recitare il Rosario in famiglia e di offrirlo per la conversione dell’umanità.

Non possiamo dimenticare che anche diversi Papi hanno contribuito a diffondere la preghiera del Rosario. Tra questi ricordiamo:

-              Papa Leone XIII che dedicò numerose encicliche al Rosario tra il 1883 e il 1891;

-              Papa Pio XII. Egli riferendosi al Rosario affermava: “E’ un inno di lode compendio di vita cristiana, pegno sicuro del favore celeste”;

-              Papa Paolo VI. Per lui il Rosario era “sintesi di tutto il Vangelo, per supplicare la Madre di tutte le grazie di soccorrere la Chiesa e l’umanità turbolente”.

-              Papa Giovanni Paolo I. Egli affermava che il Rosario lo aiutava a pregare.

-              San Giovanni Paolo II. Per lui il Rosario era la sua preghiera preferita che porta “comunione viva con Gesù attraverso il cuore di Maria” e nel 2002, Anno del Rosario, aggiunse ai tre misteri anche un quarto mistero, il mistero luminoso, dedicato alla vita di Cristo, Luce del mondo.

-              Papa Francesco che nel periodo del Covid disse: “Quando tutto sembra vacillare, il Rosario ci fa salvi in ciò che conta davvero. E’ la preghiera degli umili e dei Santi”.

-              Papa Leone XIV: un Rosario per la pace in Piazza San Pietro, sabato 11 ottobre, nel giorno nel quale la Chiesa ricorda san Giovanni XXIII, il Papa dell’enciclica Pacem in terris e del radiomessaggio per implorare ai leader di Usa e Urss di “salvare la pace” all’apice della crisi del missili a Cuba. E nello stesso giorno dell’apertura del Concilio Vaticano II, l’11 ottobre 1962, con il famoso “discorso alla luna”, sempre di Papa Roncalli, al termine di una “grande giornata di pace”.

 

Leone XIV annuncia l’iniziativa di preghiera, prevista alle ore 18, durante la Veglia del Giubileo della spiritualità mariana, al termine dell’udienza generale di oggi.

 

 

PROVOCAZIONI PER LA RIFLESSIONE PERSONALE

 

   ·    Conosci e reciti la preghiera del Santo Rosario? In che momenti della giornata o settimana lo preghi più facilmente? Da solo/a o in comunità?

 

 

·        Ti può essere di esempio e stimolo il fatto che tanti Santi lo abbiano pregato con fede e devozione?

 

 

   ·    Ritieni che Maria, pregata col Santo Rosario, possa più facilmente intercedere presso Gesù suo Figlio, per ottenere grazie, come la pace e la protezione nei momenti di difficoltà?

 

 


01 - FORMAZIONE PER “LAICI CRIC”

 MESE DI SETTEMBRE 2025

a cura dell’Associazione culturale

dom Adriano Gréa

 

PRESENTAZIONE DEL CAMMINO SPIRITUALE MENSILE

 

Con il mese di settembre in ogni parrocchia si inizia gradualmente un nuovo anno pastorale programmando le varie iniziative e celebrazioni nella catechesi, nella liturgia, negli incontri di preghiera e nei momenti di aggregazione.

Anche noi come Associazione culturale dom Adriano Gréa abbiamo pensato di ricominciare un nuovo cammino di FORMAZIONE SPIRITUALE PER LAICI, continuando sullo stile dell’anno appena trascorso, e cioè proponendo mensilmente alcuni temi in sintonia con il nostro carisma di Canonici Regolari e soprattutto in sintonia con la vita della Chiesa. Inoltre settimanalmente vorremmo sempre proporre alcune PERLE DI SPIRITUALITA’ per nutrire e accompagnare la crescita della nostra spiritualità, alla luce della figura di Maria, nostra Madre.

Nella prima parte del mese avremo l’opportunità di conoscere più a fondo i nuovi Santi che verranno canonizzati il 7 settembre: il Beato Carlo Acutis e il Beato Piergiorgio Frassati, due giovani Santi che faranno da stimolo come testimoni della fede per tanti giovani in cerca di serenità e felicità.

Freschi del Congresso della Confederazione dei Canonici Regolari  durante il quale abbiamo trattato il tema della speranza e della figura di Maria in rapporto alla nostra vita canonicale, offriremo una riflessione sulla Speranza tratta dalla Lettera Enciclica del 2007 di Benedetto XVI.

Come spiritualità mariana avremo tre momenti importanti per meditare sulla presenza di Maria nella nostra vita:

 

-          l’8 settembre ricordiamo la Natività di Maria, patrona della omonima parrocchia CRIC a Roma;

-          il 12 settembre ricordiamo il Santissimo Nome di Maria

-          e il 15 settembre la memoria della Beata Vergine Maria Addolorata, patrona delle nostre carissime Suore della Compassione.

Tra le altre feste o memorie liturgiche ricordiamo:

 

-          lunedì 1 settembre, giornata mondiale di preghiera per la Cura del Creato, con il nuovo Rito liturgico inaugurato da papa Leone;

-          domenica 14 settembre, festa dell’Esaltazione della Croce;

-          domenica 21 settembre, festa di San Matteo apostolo ed evangelista.

-          In questa domenica, al termine del suo percorso di Noviziato, don Francesco Guarino emetterà i suoi primi voti temporanei per tre anni nella nostra Congregazione di Canonici Regolari dell’Immacolata Concezione;

-          martedì 23 settembre ricordiamo anche la memoria liturgica di San Pio da Pietrelcina.

 

Per quanto riguarda l’Anno Santo del Giubileo ricordiamo

 

-          il Giubileo per i 1700 anni dal Concilio di Nicea che sarà celebrato il 12-13 settembre

-          e il Giubileo dei Catechisti dal 26 al 28 settembre.

 

A tutti auguro una buona ripresa dell’Anno pastorale e un buon cammino spirituale.


PEREGRINANTES IN SPEM:

LA “SANTA” SPERANZA

 

Premessa

Ho accolto con gioia l'invito da parte della Redazione, che ringrazio, di dare un piccolo contributo su questo tema, così vasto e centrale nel Giubileo 2025. Le riflessioni qui raccolte, lungi dall'essere esaustive, rispondono al desiderio della loro condivisione, e dalla viva speranza, è il caso di dire, che possano essere per ciascuno occasione e ispirazione per un approfondimento personale.

 

Che cos'è la speranza?

 

Nel greco classico ELPÍS, la Speranza, è l'ultimo dei Mali dell'Umanità usciti dal vaso di Pandora (cfr Esiodo): essa quindi veniva annoverata tra i Mali, perché capace di indurre illusioni, di far credere che vi fosse un rimedio alla sventura.

In modo analogo nel mondo latino precristiano SPES (da una radice sanscrita SPA 'tendere ad una meta') veniva definita ULTIMA DEA, in riferimento allo stesso mito greco, ma con l'aggiunta della frase SPEREMUS IGITUR SEMPER, in quanto soprattutto in età augustea, tale divinità veniva propiziata per un buon raccolto, per un matrimonio, per la nascita dei figli. Inoltre quando nell'Eneide Virgilio scrive spessibiquisque ('ognuno sia speranza a sé stesso') connota la speranza di una forte valenza individualistica.

Nell'Antico Testamento il popolo ebraico, a differenza delle antiche civiltà politeistiche, con la fede in un Dio unico creatore sperimenta la speranza, TIKVÀH, come elemento fondante della sua storia. Tuttavia anch'essa presenta una sua evoluzione. Infatti troviamo in principio la “speranza paradossale” di Abramo, cui Dio promette una nuova vita in una nuova terra in contrasto con la sua reale situazione (cfr Gen 12, 1-5), che fece scrivere di lui a San Paolo: “[...] qui contra spem in spem credidit [...]”Egli ebbe fede sperando contro ogni speranza (Rm 4,18). Con Mosè e l'Esodo si va verso una “speranza collettiva” (uno dei significati della parola in ebraico è proprio 'raccogliere, radunare'), e le parole di Geremia e di Ezechiele tra i Profeti incoraggiano la “speranza comunitaria”: tikvàh assume anche il significato di 'filo, legame, corda': ecco la suggestione della prima “corda” della nostra vita, il cordone ombelicale, che fin dalla nascita ci àncora alla relazione, in cui s'innerva la speranza umana.

 

 

Che cosa si spera nella Bibbia? E come dobbiamo sperare?

 

La speranza biblica si concretizza anzitutto nella terra e nella discendenza, frutto della benedizione di Dio: si tratta quindi di una speranza molto concreta. Allo stesso modo nel Nuovo Testamento Gesù viene cercato per i suoi poteri taumaturgici, e perché riesce a moltiplicare i pani, i pesci, il vino... Il passaggio importante che compiono i personaggi biblici, ed è quindi richiesto anche a noi, potrebbe essere questo: da “sperare da Dio” a “sperare in Dio”. In questo senso la speranza biblica entra in una logica “relazionale”, anzi, la relazione con Dio è in sé stessa la realizzazione della speranza biblica (cfr Ger 14.8; 17,13): e in questa relazione tra Dio e l'Uomo la speranza diviene anche “escatologica”, come una porta che si spalanca verso l'eternità, con tanta forza da superare ogni paura, anche quella della morte, perché nulla può separarci dall'amore di Dio (Sap 3,1ss; Rom 8,35ss). La relazione con Dio è però anche relazione con gli altri esseri umani e con tutto il Creato. E poiché accogliere il messaggio delle Beatitudini significa entrare nel Regno di Dio (Matteo 5,1ss), Gesù non vuole che gli uomini si accontentino di speranze facili, ma che entrino in un orizzonte di speranza molto ampio, appassionante ed esigente. L'amore nella Parola di Dio è sì un dono, ma allo stesso tempo anche una grande responsabilità: è parola profetica che chiama alla giustizia, alla fraternità, all'accoglienza, all’ospitalità, alla prossimità, alla condivisione, a prendersi cura del povero e del sofferente. Si potrebbe parlare dunque, a mio parere, di una speranza operosa, performativa e collettiva. Come scrive Papa Benedetto XVI: “[...] non posso, infatti, diventare felice contro e senza gli altri [...] (Spe salvi, 30).

Nel Nuovo Testamento il fondamento della speranza si concentra nella persona di Gesù, anzi è Lui stesso la speranza (1 Timoteo 1,1): “non un qualsiasi Dio, ma quel Dio che possiede un volto umano e che ci ha amati fino alla fine […]. Solo il Suo amore ci dà la possibilità di perseverare con ogni sobrietà giorno per giorno, senza perdere lo slancio della speranza, in un mondo che, per sua natura, è imperfetto.” (Spe salvi, 29-30).

Gesù risorto è la ragione per cui il presente non sarà mai un tempo di morte e di disperazione, perché Lui ha inaugurato sulla Terra la pienezza della vita. “Così lo esprime Gesù nel Vangelo di Giovanni: «Vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia» (16,22). Dobbiamo pensare in questa direzione, se vogliamo capire a che cosa mira la speranza cristiana, che cosa aspettiamo dalla fede, dal nostro essere con Cristo.”(cfr Spe salvi, 11-12).

La speranza è dunque “una dimensione essenziale del cammino del cristiano. […] Secondo la Rivelazione, infatti, la speranza non è un'elaborazione intellettuale o un'effusione sentimentale, ma una virtù teologale che esprime l'atteggiamento interiore dell'Uomo che ha incontrato Dio ed ha sperimentato le grandi opere del Suo amore.” (San Giovanni Paolo II, Discorso ai Membri del Servizio Missionario Giovanile, 23 dicembre 1994).

 

Speranza e (è) preghiera

 

“Quanto più si spera, tanto più l'anima è unita a Dio. Poiché quanto più spera in Dio, tanto più l'anima ottiene”. A questa riflessione del mistico San Giovanni della Croce, fanno eco le parole di Papa Benedetto XVI: “Un primo essenziale luogo di apprendimento della speranza è la preghiera. Se non mi ascolta nessuno, Dio mi ascolta ancora. […] Se non c'è più nessuno che possa aiutarmi – dove si tratta di una necessità o di un'attesa che supera l'umana capacità di operare – Egli può aiutarmi. […] Nella preghiera l'Uomo deve imparare che non può chiedere le cose superficiali e comode che desidera al momento, […] deve purificare i suoi desideri e le sue speranze.” (Spe salvi, 32-33).

 

 

Essere ministri e missionari della speranza

 

“I cristiani, nel combattimento contro il male, non disperano. Il cristianesimo coltiva un'inguaribile fiducia: non crede che le forze negative e disgreganti possano prevalere. […] Che il Signore doni a tutti noi la speranza di essere santi. […] È il grande regalo che ciascuno di noi può rendere al mondo. Che il Signore ci dia la grazia di credere così profondamente in Lui da diventare immagine di Cristo per questo mondo. La nostra storia […] ha bisogno di uomini e donne che aspirano alla carità e alla fraternità, […] che vivono accettando anche una porzione di sofferenza, perché si fanno carico della sofferenza degli altri. Ma senza questi uomini e queste donne il mondo non avrebbe speranza.” (Papa Francesco, Catechesi sulla speranza cristiana, Libreria Editrice Vaticana, 2017, pp. 27, 28, 35).

Tutti noi battezzati siamo pertanto chiamati a diventare uomini e donne di speranza, collaborando alla venuta del Regno di Dio, e, come novelli apostoli, a “gettare sempre e nuovamente la rete per immergere nelle acque del mondo la speranza del Vangelo.” (Papa Leone XIV, Omelia d'inizio pontificato, 19 maggio 2025).

 

Maria, stella della speranza

 

La Beata Vergine Maria è Madre della Chiesa e della speranza. Riflettiamo sulle parole di Papa Benedetto XVI a tal riguardo: “Quale persona potrebbe più di Maria essere per noi stella di speranza – Lei che con il Suo « sì » aprì a Dio stesso la porta del nostro mondo […]. A Lei perciò ci rivolgiamo. […] Quando piena di santa gioia attraversasti in fretta i monti della Giudea per raggiungere la tua parente Elisabetta, diventasti l'immagine della futura Chiesa che, nel suo seno, porta la speranza del mondo attraverso i monti della Storia.” (Spe salvi, 49-50).

 

Intoniamo con tutto il cuore allora l'inno del Giubileo 2025, Pellegrini di Speranza, dedicato a Lei, che inizia proprio con queste parole: “Fiamma viva della mia speranza,/questo canto giunga fino a Te!/Grembo eterno d'infinita vita,/nel cammino io confido in Te!” (Testo di Pierangelo Sequeri, Musica di Francesco Meneghello).

 

 

PROVOCAZIONI PER IL CONFRONTO PERSONALE

 

1)      - Quali associazioni di idee, quali sentimenti e quali reazioni sorgono in noi, prima di ogni riflessione, quando, nella preghiera del Padre nostro, si arriva a dire: “Sia fatta la tua volontà”?

 

 

2)      - Una malattia molto diffusa nel nostro tempo è la fatica di vivere: la realtà ci sembra troppo complessa, pesante, difficile da affrontare. Nella vita ci sono momenti di delusione e di scoraggiamento, e c’è anche l’esperienza della malattia e della morte. Chiediamoci dal profondo del cuore: quanto nonostante tutto riusciamo a non chiuderci nelle lamentele, ma ad essere per noi stessi e per il nostro prossimo testimoni di Gesù, che è la nostra speranza?

 

 


“La felicità per ognuno di noi

è lo sguardo rivolto verso Dio”

 

San Carlo Acutis

 

Carlo nasce a Londra il 3 maggio del 1991 e muore a Monza tra l’11 e il 12 ottobre del 2006, a causa di una leucemia fulminante. Amava ripetere che “la tristezza è lo sguardo rivolto verso se stessi, la felicità è lo sguardo rivolto verso Dio”. Per Carlo “la nostra Meta deve essere l’Infinito non il finito”. A questo proposito scriveva che: “La conversione non è altro che lo spostare lo sguardo dal basso verso l’alto, basta un semplice movimento degli occhi”.  Tutta la sua vita fu una lotta per vincere i suoi difetti e vivere sempre più eroicamente le virtù della Fede, della Speranza e dell’amore per Dio e per il prossimo. Carlo aveva una grande passione per l'informatica e per internet, interesse diffusissimo tra i giovani, riteneva che la rete potesse diventare uno strumento di evangelizzazione e di diffusione di bellezza e valori positivi. Da autodidatta dimostrò di essere un vero genio dell'informatica. Sul web è presente (www.miracolieucaristici.org), la mostra virtuale progettata e realizzata da lui a 14 anni, che sta facendo il giro del mondo e che testimonia come davvero per Carlo l'Eucaristia è stata la sua "autostrada per il cielo", come lui stesso la definiva. In tanti già lo considerano come il "patrono" di Internet che indica una strada possibile per tutti noi. Carlo è stato beatificato il 10 ottobre 2020 e viene canonizzato il 27 aprile 2025. È un’emozione per noi ragazzi vivere questo evento alla luce dell’intero cammino che ci affascina e coinvolge tanto da farci sentire parte, sentire che è possibile per tutti noi essere testimoni del Credere. Ci vuole coraggio, fedeltà, costanza ogni giorno. L’aspetto che più ci stupisce e nello stesso tempo ci avvicina è che tutti questi ingredienti li applicava spontaneamente nella quotidianità. Leggendo le sue parole, le testimonianze a partire da quella della mamma, la persona che lo amava e conosceva più di tutti, emerge come la sua straordinarietà veniva rispecchiata nella sua fedeltà nella preghiera e nei sacramenti, nelle azioni di tutti i giorni in famiglia, con i suoi compagni incoraggiandoli, standogli vicino. Meraviglioso era il suo rapporto di amicizia e stima reciproca con i suoi professori, per non parlare del rapporto amorevole verso la gente che man mano conosceva aprendo il suo cuore con semplicità, cogliendone il lato positivo senza mai giudicare, ma suscitando il desiderio di migliorare. Trasmetteva il suo sentirsi profondamente e gioiosamente Amato da Dio, donandosi al prossimo senza riserve ha acceso la speranza di una santità alla portata di tutti.

Si, San Carlo Acutis, nostro amico, uno di noi.

 

 

PROVOCAZIONI PER IL CONFRONTO PERSONALE

 

·         Carlo Acutis ha avuto il coraggio di credere fino in fondo dando senso alla sua vita (a partire dalla preghiera al servizio al prossimo): quali sono le mie priorità ?

 

·         Come mi dedico concretamente agli altri nell' ordinarietà? 

 

 

·         Quale visione ho del mondo dei giovani e cosa faccio per accompagnarli nel cammino di fede in base alla mia situazione in famiglia e in società (insegnanti, catechisti etc)?


Pier Giorgio Frassati: 

scalatore del cielo sulla terra

 

 

    Piergiorgio Frassati forse è una figura poco conosciuta rispetto ad altri santi più recenti come Carlo Acutis canonizzato insieme a lui il 7 settembre 2025. Sicuramente se ne sta sentendo parlare molto di più a causa della sua canonizzazione. Pier Giorgio è un ragazzo che incuriosisce, basta vedere le sue foto, è sempre sorridente e sembra un ragazzo di oggi.

 San Giovanni Paolo II lo ha definito “uomo delle Beatitudini”; affermando che “nell’Azione Cattolica egli visse la vocazione cristiana con letizia e fierezza e si impegnò ad amare Gesù e a scorgere in lui i fratelli che incontrava nel suo sentiero.”

Frassati ha avuto una vita breve; è nato nel 1901 a Torino ed è morto a soli 24 anni, San Giovanni Paolo II, lo ha definito come figura «tutta immersa nel mistero di Dio e dedita al costante servizio del prossimo».

Il giovane beato torinese, figlio di Alfredo Frassati, all’epoca direttore de La Stampa di Torino, era molto attivo in particolare nell’Azione Cattolica, dando soprattutto aiuto ai più bisognosi.

È considerato uno dei “santi sociali” torinesi, come Giovanni Bosco e Giuseppe Cottolengo entrambi molto conosciuti in tutto il mondo.

Pier Giorgio fonda un’associazione che chiama “Tipi loschi” con il motto “ pochi ma buoni come i maccheroni”. Come tutti i ragazzi, si incontrano, scherzano e coltivano il sogno di cambiare il mondo.

Giovanissimo a 19 anni, entra a far parte delle Conferenze di San Vincenzo de’ Paoli, per l’aiuto ai più poveri e a 21 diventa terziario domenicano. Quello che colpisce è la sua operosità nella sua giovanissima età, un esempio anche per le ragazze e i ragazzi di oggi. Aveva tantissimi interessi, era “un giovane tra i giovani”, amico di tutti senza distinzioni, amante dello sport, della poesia e dell’alpinismo. Ha diffuso attraverso la sua persona il coraggio del credere, nella università, attraverso la stampa difendendo i diritti senza differenza tra classi sociali.

Colpisce che finita la prima guerra mondiale 1919 Pier Giorgio va ad Assisi per ringraziare il Signore per la pace e durante il suo cammino esplora la figura di San Francesco ispirandosi alla sua vita anche al suo ritorno a casa. Si hanno moltissime testimonianze sulle sue visite nelle case delle famiglie povere, porta loro da mangiare, rimane con loro a parlare e li aiuta a trovare lavoro quando serve. Purtroppo improvvisamente si ammala di poliomelite fulminante e muore a distanza di pochi giorni nel 1925.

 

E’ stato beatificato da San Giovanni Paolo II il 20 maggio 1990. Viene canonizzato il 7 settembre 2025 per la guarigione di un seminarista statunitense divenuto sacerdote nel 2023. Per concludere; l’esempio di Pier Giorgio ci stimola a seguire le sue orme credendo con entusiasmo e forte speranza anche nelle difficoltà, dovremmo tutti dire come lui: "Tu mi domandi se sono allegro; e come potrei non esserlo? finché la Fede mi darà forza, sarò sempre allegro!”

 

 

PROVOCAZIONI PER IL CONFRONTO PERSONALE

 

·         Le mie azioni quotidiane rispecchiano con entusiasmo e tenacia la mia fede?

·         Ritrovo l’operosità di Pier Giorgio anche nella generazione di oggi (ad esempio battersi per i diritti di tutti, aiutare i più deboli a livello sociale), in cosa è da stimolo per poter migliorare e fare rete con ideali comuni ?

 

 

·         Tenendo conto dei cambiamenti della nostra epoca il mondo giovanile e adulto come possono arricchirsi reciprocamente (in famiglia ad esempio con l’ascolto reciproco, a scuola nella formazione, con iniziative, con rapporti umani, con maestri di vita oltre che nell’istruzione, per poter essere delle future donne e uomini responsabili)?